Dobbiamo trovare nuove strategie per rilanciare il settore a partire dalle nostre città
Settore artistico tradizionale falcidiato dalla pandemia
Dobbiamo trovare nuove strategie per rilanciare il settore a partire dalle nostre città
Mi è capitato di incrociare le riflessioni rassegnate di alcuni artigiani del settore artistico tradizionale. Il settore dell’artigianato artistico ha subito un durissimo colpo a causa delle necessarie misure di contenimento del virus. E’ stato tra gli ultimi a ripartire, almeno dal punto di vista del rilancio. A mettere in crisi il comparto produttivo, oltre al perdurare del divieto di assembramenti e di manifestazioni fieristiche ed eventi, la diminuzione dei flussi turistici, fondamentali per la sopravvivenza di numerose attività artigiane legate al comparto.
Continuando nel dialogo, ho condiviso con loro una strategia per tentare di risollevare il comparto: cercare di sensibilizzare i concittadini, di ripartire dalle città d’arte e ricche di storia in cui lavorano queste botteghe.
Considerando le difficoltà di reperire gli aiuti statali previsti dai vari Dpcm, la ripartenza dovrebbe partire proprio dal sostegno della produzione artigianale locale delle nostre realtà.
L’appello alle istituzioni, dal Governo alla Regione a sostegno del comparto che soffre già da tempo di una crisi che non è mai stata presa in considerazione veramente, verrà accolto?
Pur rispettando le prescrizioni del distanziamento sociale, la maggior parte delle botteghe, sono di piccole dimensioni e vendere non è facile. Vero che si sono lanciati nell’e-commerce, ma non sempre il commercio online dà gli stessi risultati dell’offline. Non dimentichiamoci che la difficoltà di accesso ai mercati internazionali e di utilizzo delle tecnologie, c’era anche prima della pandemia. Pur offrendo una produzione di altissima qualità che ha un valore culturale inestimabile, si rischia di andare in malora.
Mi chiedo: la cultura artigiana, ha ancora un ruolo determinante sull’economia? Mi sembra che in questa emergenza si sia perso di vista questo importante valore. Perdere l’attività dell’artigianato artistico non significa soltanto perdere posti di lavoro, significa soprattutto perdere l’immagine culturale e storica del nostro paese.
Orafi, artisti del ferro e del legno, vetrai, orologiai, restauratori, scalpellini. Un patrimonio di manualità inestimabile che con il lockdown ha subito una battuta d’arresto che lascerà cicatrici indelebili.
La regione Veneto nel 2019, risultava la regione italiana più specializzata nel comparto dopo Toscana e Marche. Le ricadute del Covid però rischiano di compromettere questo scenario.
Alla fine del primo trimestre 2019 in Italia le imprese dell’artigianato artistico e tradizionale erano 288.302 con 801.001 addetti, vale a dire il 22 per cento delle imprese artigiane e il 28 per cento degli addetti dell’artigianato nazionale. I dati del Veneto non si discostano dalla media nazionale.